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SCHEDA N. 6 : "PREGATE ININTERROTTAMENTE"


1. La preghiera delle religioni abramitiche
Il 27 ottobre 1986 Giovanni Paolo II invitò ad Assisi i rappresentanti delle diverse Religioni, allo scopo di pregare insieme per la Pace. L'incontro si sarebbe ripetuto il 24 gennaio 2002.
Vengono qui riportati i testi della preghiera degli ebrei e dei mussulmani, coloro che condividono con noi la fede in un Unico Dio.

La preghiera degli ebrei
"Il nostro Dio che è nei cieli, il Signore della pace avrà compassione e misericordia di noi e di tutti i figli della terra, che implorano la sua misericordia, la sua pietà domandando la pace, perseguendo la pace. Il nostro Dio che è nel cielo, dia a noi la forza di agire, di operare e di vivere fino a che si manifesti su di noi lo spirito dall'alto; e il deserto diventerà un giardino e il giardino sarà considerato una selva.
Nel deserto prenderà dimora il diritto e la giustizia regnerà nel giardino. Effetto della giustizia sarà la pace e frutto del diritto una perenne sicurezza. Il mio popolo abiterà in una dimora di pace, in abitazioni tranquille, in luoghi sicuri.
E così, o Signore nostro Dio e Dio dei nostri padri, porta a compimento per noi e per tutto il mondo la promessa che ci facesti attraverso il profeta Michea:
"Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore resterà saldo sulla cima dei monti e s'innalzerà sopra i colli e affluiranno ad esso i popoli; verranno molte genti e diranno: "Venite, saliamo al monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe; egli ci indicherà le sue vie e noi cammineremo sui suoi sentieri" poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà arbitro tra molti popoli e pronunzierà sentenza fra numerose nazioni; dalle loro spade forgeranno vomeri; dalle loro lame, falci. Nessuna nazione alzerà la spada contro un'altra nazione e non impareranno più l'arte della guerra. Ma sederanno ognuno tranquillo sotto la propria vite e sotto il proprio fico e più nessuno li spaventerà, poiché la bocca del Signore degli eserciti ha parlato".
O Signore che sei nei cieli, dona pace alla terra, dona benessere al mondo, dona tranquillità nelle nostre case.
E diciamo Amen!".

La preghiera dei mussulmani
"Nel nome di Dio. Clemente e misericordioso:
Lode sia a Dio, Signore dell'Universo, Clemente e misericordioso,
Padrone del Giorno della Ricompensa!
Te adoriamo ed a Te ci rivolgiamo chiedendoTi aiuto.
Guidaci sulla retta via la via
di coloro che Tu hai favorito,
con i quali non sei in collera,
che non sono perduti!
Dite: "Crediamo in Dio, ed alla rivelazione che è stata fatta a noi, ed a quella data a tutti i Profeti dal loro Signore: non abbiamo alcuna preferenza per l'uno o l'altro di loro: e ci inchiniamo dinanzi a Dio" (Sura Il, V. 136).
O uomini! abbiate timore del vostro Protettore e Signore, che vi ha creato da un'unica persona, e che ha creato secondo la stessa natura, la sua compagna, e da loro due (come semi) si sono diffusi innumerevoli uomini e donne. Abbiate timore di Dio, attraverso il quale voi richiedete i vostri diritti, e rispettate il ventre che vi ha partorito: perché Dio vi guarda sempre (Sura IV, v. 1).
O voi che credete! Quando percorrete le vie del mondo per testimoniare Dio, vigilate, e non dite ad alcuno che vi offra il suo saluto: "Tu non fai parte della schiera dei credenti!"; non agognate i beni caduchi di questa vita: solo presso Dio i profitti ed il bottino saranno abbondanti. Anche voi eravate così, fin quando Dio non vi ha accordato la sua grazia: perciò, siate vigili. Perché Dio vede tutto quello che voi fate (Sura IV, v. 94).
Ma se il nemico cerca la pace, fate altrettanto, ed abbiate fiducia in Dio: perché Lui è Colui che sente e vede (tutte le cose) (Sura VIII, v. 61).
Ed i servitori di Dio misericordioso sono coloro che camminano sulla terra in umiltà, e quando l'ignorante si rivolge a loro, essi dicono "Pace!" (Sura XXV, v. 63).
O uomini! Vi abbiamo creato da un'unica coppia di uomo e donna, e vi abbiamo fatto divenire nazioni e tribù, affinché vi conosciate e non vi disprezziate. In verità, maggiore onore avrà agli occhi di Dio colui di voi che è il più giusto. E Dio ha piena coscienza e sa tutto (di tutte le cose) (Sura XLlX, v. 13)."

2. La preghiera del cristiano secondo l'apostolo Paolo
Pregate ininterrottamente (1Ts 5,12-22)
[12]Vi preghiamo poi, fratelli, di avere riguardo per quelli che faticano tra di voi, che vi fanno da guida nel Signore e vi ammoniscono; [13]trattateli con molto rispetto e carità, a motivo del loro lavoro. Vivete in pace tra voi. [14]Vi esortiamo, fratelli: ammonite chi è indisciplinato, fate coraggio a chi è scoraggiato, sostenete chi è debole, siate magnanimi con tutti. [15]Badate che nessuno renda male per male ad alcuno; ma cercate sempre il bene tra voi e con tutti. [16]Siate sempre lieti, [17]pregate ininterrottamente, [18]in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. [19]Non spegnete lo Spirito, [20]non disprezzate le profezie. [21] Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono. [22]Astenetevi da ogni specie di male. [23]Il Dio della pace vi santifichi interamente, e tutta la vostra persona, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo. [24] Degno di fede è colui che vi chiama: egli farà tutto questo![25]Fratelli, pregate anche per noi.

Allo scopo di raggiungere una convivenza pacifica nella chiesa, Paolo esorta non solo le guide della comunità, ma tutti i fratelli (v. 12) a prendersi cura delle categorie di persone più deboli: chi è indisciplinato; chi è scoraggiato; chi è debole. La vita cristiana deve essere svolta all'insegna della carità cristiana: Paolo porta questo precetto al limite, raccomandando di non ricambiare il male ricevuto, di cercare anzi sempre il bene e di pregare senza sostae di rendere grazie a Dio per ogni cosa. A conclusione, Paolo esorta i cristiani di Tessalonica a non spegnere lo Spirito Santo e a non disprezzare le profezie. Infine Paolo chiede ai suoi figli spirituali di pregare per lui e per i suoi collaboratori nel ministero apostolico.

La preghiera che grida "Abbà, Padre!" (Rom 8,14-16; 26-27)
[14]Tutti quelli infatti che sono guidati dallo Spirito di Dio, costoro sono figli di Dio. [15]E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: "Abbà, Padre!". [16]Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio.
[26]Allo stesso modo anche lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza, perché nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; [27]e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio.

La presenza dello Spirito che guida la vita dei credenti, garantisce la loro dignità di figli di Dio. Nell'AT la figliolanza divina competeva a Israele che, in quanto popolo di Dio, aveva un rapporto privilegiato con Lui (cfr. Es 4,22; Dt 32,6; Is 63,16). Nella lettera ai Romani, Gesù è proclamato "Figlio di Dio" in modo unico e irripetibile (Rom 1,3-4). Ora mediante lo Spirito questa dignità è donata a coloro che credono in lui. Paolo approfondisce il tema della filiazione divina, facendo osservare ai suoi interlocutori che essi hanno ricevuto non uno spirito da schiavi, ma una Spirito da figli in forza del quale possiamo gridare: "Abbà, Padre!". E' questa la preghiera, quella intimità fatta di fiducia e di abbandono con la quale Gesù stesso si è rivolto a Dio, al padre: Abbà (Mc 14,36). Lo stesso Gesù ha dato ai suoi discepoli la prerogativa di rivolgersi a Dio con lo stesso appellativo (cfr. Lc 11,2; Mt 6,9).

Nella situazione di attesa nella speranza propria dei cristiani assume grande importanza la preghiera, ma proprio in questo si rivela tutta la debolezza dei credenti, i quali non sanno neppure cosa domandare (cfr. Lc 11,1). Lo Spirito interviene in loro aiuto sia a suggerire ai credenti ciò che devono chiedere a Dio, sia pregando lui stesso per loro e in loro .

3. Con Benedetto XVI meditiamo:
Non si può mai conoscere Cristo solo teoricamente. Con grande dottrina si può sapere tutto sulle Sacre Scritture, senza averLo incontrato mai. Fa parte integrante del conoscerLo il camminare insieme con Lui, l'entrare nei suoi sentimenti, come dice la Lettera ai Filippesi (2,5). Paolo descrive questi sentimenti brevemente così: avere lo stesso amore, formare insieme un'anima sola, andare d'accordo, non fare niente per rivalità e vanagloria, non mirando ciascuno ai propri interessi soltanto, ma anche a quelli degli altri (2,2-4). La catechesi non può mai essere solo un insegnamento intellettuale, deve sempre diventare anche un impratichirsi della comunione di vita con Cristo, un esercitarsi nell'umiltà, nella giustizia e nell'amore. Solo così camminiamo con gesùà Cristo sulla sua via, solo così si apre l'occhio del nostro cuore; solo così impariamo a comprendere la Scrittura ed incontriamo Lui. L'incontro con Gesù Cristo richiede l'ascolto, richiede la risposta nella preghiera e nel praticare ciò che Egli ci dice. Venendo a conoscere Cristo veniamo a conoscere Dio, e solo a partire da Dio comprendiamo l'uomo e il mondo, un mondo che altrimenti rimane una domanda senza senso.
. (Discorso, 21.12.07).

4. Scegliamo un impegno
Riflettiamo su quello che significa per noi "pregare".. Cerchiamo di conoscere meglio la nostra realtà ecclesiale e il significato della nostra presenza nella chiesa locale. Proponiamoci di dedicare un tempo della giornata alla preghiera, perché il Signore ci aiuti e ci dia la forza di assomigliare sempre di più a LUI.

5. Preghiera conclusiva

Gesù, Figlio dell'eterno Padre,
che sei venuto ad amarci con cuore d'uomo
per insegnarci a vivere in comunione,
nella umiltà, nella stima e nella carità,
fa' che mai disertiamo la tua scuola di vita.
Ascoltando la tua Parola
e pregando il Padre nel tuo Nome,.
potremo manifestare al mondo
la bellezza della tua Chiesa,
popolo santo animato dal tuo Spirito
e in cammino verso l'eterno Regno.
Amen.

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