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La nostra storia

L'Azione Cattolica di Viterbo dagli anni '70 ad oggi
quaranta anni nei ricordi dei presidenti diocesani



L'AC di Bagnoregio

Nella diocesi di Bagnoregio, per quanto ricordo, l'Azione Cattolica, negli anni in cui avevo responsabilità associative - dal 1968 al 72 circa - aveva una notevole vitalità giovanile ed era presente in quasi tutte le parrocchie ( 15 e più ) .
Tuttavia siamo nel periodo del riordino delle diocesi dopo il Concilio. Il vescovo Rosa nel '66 dà le dimissione e nel '67 è amministratore apostolico di Bagnoregio il Vescovo di Orvieto, Mons. Dondeo fino al 70 quando subentra Mons. Boccadoro.
Questi continui passaggi di consegne crearono anche nella struttura diocesana alcune difficoltà per cui anche l'attenzione alla associazione venne ad allentarsi. Trasferito l'assistente, credo nel '69 -'70 , in una parrocchia, il centro diocesano pian piano venne a mancare .
Negli anni dal '72 al '76 non esisteva più un centro diocesano, i moduli del tesseramento venivano inviati alla curia vescovile e poi mi venivano recapitati ed io provvedevo in qualche modo a farli avere alle varie associazioni, che erano lasciate a loro stesse.
Furono tre o quattro anni in cui le associazioni non avevano più un orientamento diocesano , continuavano per forza di inerzia e per volontà di alcuni sacerdoti che ancora tenevano all'associazione. Ricordo in particolare Lubriano che aveva 120- 130 iscritti ma anche altre parrocchie piccole come Roccalvecce o Sant'Angelo o addirittura Sermugnano conservarono per un certo tempo l'associazione, almeno formalmente.

Nel '76 si presentò a casa mia don Tito in quanto aveva saputo che mi interessavo dell'A C. e con lui ricominciammo a girare le parrocchie e ridare entusiasmo e vigore ma certo ormai per alcune associazioni era difficile riprendere anche perché altri movimenti cominciavano a farsi sentire; anche a Bagnoregio non c'era più una associazione.
Comunque all'unificazione erano presenti, se ricordo bene, le associazioni di Lubriano Castiglione, Graffignano, Bomarzo, Civitella d'Agliano, San Michele, Roccalvecce, Sipicciano, e forse Vitorchiano e Grotte S. Stefano.

A cura di Tommaso Bernardini

L'AC negli anni 1973-80


Il contesto culturale ed ecclesiale negli anni '70 :si risentono le conseguenze della contestazione del '68 nel campo socio-politico ma anche nella vita della Chiesa. Nascono i gruppi spontanei, si criticano fortemente le tradizionali forme associative e l'AC ha una significativa crisi di iscritti.
Tra i nuovi movimenti CL contrappone la "cultura della presenza " alla "cultura della mediazione" Dopo il Concilio ,nel 1969, viene approvato il nuovo Statuto dell' AC con l'unificazione dei quattro Rami, un unico Presidente, quattro vice presidenti per i Settori Adulti e Giovani, un responsabile dell'ACR che sostituisce i Fanciulli dell'AC affidati all'Unione Donne. Soprattutto nel nuovo Statuto si vuole dare attuazione alla visione di Chiesa del Concilio, superare il collateralismo politico e sviluppare un itinerario formativo alla luce della Scelta Religiosa.
Nella Diocesi di Viterbo -Tuscania dal 1973 al 1980 si dà attuazione al nuovo Statuto tenendo conto del ridimensionamento degli iscritti e della presenza del nuovo Vescovo Mons. Boccadoro che sostituisce Mons Albanesi morto il 21 Marzo del 1970.
L'AC è presente ancora in un numero significativo di parrocchie con tutte le articolazioni.
Molto importante e diffusa è la presenza dell' ACR grazie all'impegno educativo di Maria Pia Quatrini e Paola Pascolini soprattutto nella formazione degli educatori.
Nel settore Adulti, oltre all'impegno catechetico nei gruppi tradizionali, si svolgono incontri mensili con gli sposi (specialmente giovani) e si formano cosi' gruppi parrocchiali di coppie da cui nel tempo provengono molti responsabili ed educatori diocesani e parrocchiali.
Importante in questo campo la presenza ed il contributo di Don Domenico Sartore che chiama a collaborare i confratelli Giuseppini.
Al Palazzaccio ( sede dell'AC ) viene aperto nel 1978 il Centro Terza Età che accoglie fin dall'inizio un buon numero di anziani della città per attività formative, ricreative e culturali.
Nello stesso periodo si manifesta una grave crisi nella dirigenza del Settore Giovani per le dimissioni dei Vice Presidenti e dell'assistente a seguito di critiche nei confronti del Vescovo.
La situazione però non ha conseguenze irreparabili perché la maggior parte dei gruppi parrocchiali rimane legata all'Associazione grazie anche alla collaborazione dei sacerdoti della diocesi e degli Studenti Teologi Giuseppini che animano i gruppi.
Per tutti i settori e per l'ACR si effettuano Campi Estivi Diocesani molto partecipati mentre i dirigenti partecipano con assiduità ai Campi Nazionali e Regionali.
Nell'ultimo periodo, in seguito al desiderio del Vescovo Boccadoro di unificare le tre Associazioni diocesane di Viterbo- Tuscania, Bagnoregio, Montefiascone.-Acquapendente, si stabilisce un itinerario comune che approda all'Assemblea del 1980 a Villa Salotti in cui si elegge il Consiglio Diocesano dell'Ordinariato di Viterbo che propone al Vescovo Maria Pia Quatrini come Presidente unitaria. Il decreto di unificazione delle tre diocesi fu emanato da Paolo VI il 27 Marzo 1986.

Agostino Moscatelli

L'AZIONE CATTOLICA A VITERBO DAL 1980 AL 1989


Non è certamente facile tornare con la memoria ai nove anni di servizio alla Chiesa locale come Presidente Diocesana dell'AC; sicuramente i ricordi sono lacunosi e imprecisi.
La sensazione che mi accompagna ancora oggi è quella di aver trascorso un intenso periodo, ricco di belle e significative esperienze e sincere collaborazioni.
Nei nove anni di presidenza, alla guida della Diocesi, si sono susseguiti due Vescovi: Mons.Luigi Boccadoro e Mons.Fiorino Tagliaferri oltre all'Ausiliare Mons. Renato Spallanzani.
L'AC, come delineato dallo Statuto, ha sempre cercato la comunione con il Vescovo che nella Chiesa locale è " principio visibile di unità " , "servitore della unità nella carità" (Comunione e Comunità n°40 ) e a sua volta è stata quasi sempre accolta con benevolenza e attenzione.
Purtroppo c'è da ricordare che vi sono stati momenti di conflittualità soprattutto a causa della diversa visione di Chiesa, e quindi del ruolo del laico, portata avanti dalla nostra Associazione e dal nuovo Movimento "Comunione e Liberazione" molto attivo in diocesi.
L'AC, specialmente in seguito all'approvazione del nuovo Statuto ( 1969) e nella linea del Concilio Vaticano II, parlava di testimonianza come mediazione nel rispetto di tutte le realtà; Comunione e Liberazione, secondo me, viveva di presenza che, a volte, si manifestava nella critica, in un difficile dialogo e con un metodo poco collaborativo.
Sono stati anni di forte sofferenza a livello personale e associativo, ma sempre contrassegnati dalla ricerca della comunione.
Nell'ultimo periodo del suo servizio in Diocesi, Mons. Luigi Boccadoro ha restituito all'AC la stima e la fiducia, forse a seguito di alcune opinabili scelte di C.L.
Con la venuta a Viterbo di Mons. Fiorino Tagliaferri il clima è totalmente cambiato; abbiamo sperimentato l'attenzione, l'affetto e la collaborazione.
Nel 1980 è stata unificata la Diocesi e quindi c'è stato un forte impegno per aiutare a superare le divisioni ed i campanilismi, mai pienamente sanati. Si è costituito un unico Consiglio Diocesano con la presenza, al suo interno, dei rappresentanti delle zone pastorali istituite al posto delle soppresse Diocesi ( Montefiascone- Bagnoregio- Tuscania- Acquapendente).
L'AC nei suddetti anni è presente nella quasi totalità delle parrocchie impegnata a collaborare con i parroci nello stile delineato nel documento "Comunione e Comunità" dove si parla, appunto, di "compresenza, complementarietà, corresponsabilità dei laici" .(n. 65-66-67).
La stessa collaborazione, seppure in forme diverse, si è stabilita con i religiosi e le altre Associazioni e Movimenti ecclesiali.
Nel 1983, in collaborazione con l'A.I.M.C., si organizzò un convegno sul tema :"Ragazzi, cultura e territorio".
E' da sottolineare in particolare il cammino percorso insieme ai PP Giuseppini molto presenti ed attivi nelle parrocchie di Viterbo e nelle Commissioni Diocesane dei vari settori dell'AC.
Per tutti mi piace ricordare, in particolare, la presenza e l'intelligente collaborazione di Padre Domenico Sartore a livello di Presidenza Diocesana per il Settore Adulti.
Nell'A.C.R., oltre ai Padri Giuseppini, è stata molto efficace e significativa la presenza di Padre Rizieri dei Padri Sacramentini.
IL cammino associativo ha avuto il carattere della sistematicità, scandito da appuntamenti ricorrenti: Presidenze e Consigli Diocesani in date stabilite nella programmazione annuale; rapporti periodici con le Associazioni parrocchiali; commissioni mensili dei tre settori (Ragazzi- Giovani- Adulti); attività del Movimento Studenti, Lavoratori e della FUCI.
L'obiettivo da perseguire a tutti i livelli è stato sempre quello della formazione globale della persona: formazione umana, spirituale e socio-politica.
Particolare rilievo dal punto di vista formativo hanno avuto:
i Campi Scuola organizzati per i ragazzi delle scuole Elementari e Medie e per i giovani, in varie località della Regione, con la partecipazione di un elevato numero di ragazzi e di educatori;
gli incontri di spiritualità e di formazione per il Settore Adulti;
La Scuola Formativa per i responsabili dei Settori;
gli incontri mensili di preghiera e gli Esercizi Spirituali.

Alcune iniziative hanno avuto un rilievo particolare anche a livello di tutto il territorio; tra queste si ricordano:
30 Aprile 1988: giornata Mariana aperta a tutta l'Associazione presso il Santuario di Santa Maria della Quercia;
22 Ottobre 1988: 120° anniversario della nascita dell'AC- Convegno su Mario Fani con la partecipazione del Presidente Nazionale Alberto Monticone.

M.Pia Quatrini


L'AC a Viterbo dal 1989 al 1995


IL CLIMA ECCLESIALE

I rapporti con il Vescovo, Mons.Fiorino Tagliaferri, sono stati ottimi. Il Vescovo aveva una lunghissima esperienza di assistente di AC, culminata con l'incarico di Assistente Nazionale. Aveva una grande fiducia nel laicato di cui ha sempre curato la formazione ecclesiale- negli incontri con le associazioni ed i Movimenti invitava continuamente a nutrirsi dell'esortazione della Christifideles Laici- per coinvolgerlo più responsabilmente nella pastorale diocesana.
L'AC, già protesa per impegno statutario alla DIOCESANITA', ha dato sempre la sua disponibilità a seguirlo nell'impegno alla nuova evangelizzazione e alla testimonianza della carità.Ha cercato di rendere il più possibile significativa e propositiva la sua partecipazione al Consiglio dei Fedeli Laici", fatto nascere dal Vescovo; ha partecipato attivamente alla preparazione del Sinodo diocesano del 1995.

I rapporti con i sacerdoti diocesani- cioè con i parroci assistenti parrocchiali- in molti casi sono stati caratterizzati dalla loro incomprensione nei confronti di laici associati per vivere il Concilio ed avere una presenza responsabile nella comunità parrocchiale. La tradizione della pastorale parrocchiale ha prevalso sulle nuove necessità di collaborare con i laici impegnandosi anche alla loro formazione spirituale. In sostanza l'AC del nuovo Statuto e dei nuovi progetti formativi nazionali non è stata capita e quindi non pienamente seguita dalla maggior parte dei parroci.

I rapporti con le altre associazioni ecclesiali a livello diocesano- visto che si svolgevano tra i responsabili associativi e su iniziative concordate con il Vescovo- sono stati discreti. Forse la stessa cosa non si è verificata a livello parrocchiale, dove in certi casi prevaleva la rivalità ed in altri l'estraneità, dovute, credo, ad un problematico funzionamento del "Consiglio Pastorale". Per questa situazione le Associazioni Parrocchiali di Ac hanno sofferto abbastanza per non veder realizzarsi la comunione fraterna e la tensione ad una pastorale diocesana che facesse superare particolarismi e tradizionalismi lontani dallo spirito della Chiesa del Concilio.

Parlare della realtà associativa di AC in un così lungo arco di tempo, dal 1989 al 1995, porta a toccare vari temi che provo a riassumere.
Un obiettivo costante è stato la vitalità dell'Associazione dando valore agli organismi unitari del Consiglio Diocesano e del Consiglio Parrocchiale per arrivare a decisioni collegiali e responsabili su definizione ed attuazione dei programmi sia in diocesi sia nelle parrocchie.
Impegno ad una formazione sistematica con iniziative varie, al centro e nelle zone, per responsabili associativi, educatori ed animatori dei gruppi.
La fatica nella realizzazione non sempre è stata premiata da una viva e responsabile partecipazione degli interessati. Non per questo il Consiglio diocesano ha smesso di aiutare le Associazioni parrocchiali a realizzare sul territorio la dimensione missionaria della pastorale, anche con l'esperimento di cammini formativi adattati alle realtà associative e da portare avanti, se necessario, tra parrocchie vicine.
E' necessario dire che quando si è lavorato con la forza e la convinzione dell'Unitarietà associativa i programmi comuni in certi anni sono stati realizzati meglio e i lavori delle singole equipes sono stati meglio finalizzati.
Tutti gli anni l'ACR ed il Settore giovani hanno realizzato Campi Scuola estivi molto utili per la formazione dei partecipanti e l'allenamento al servizio associativo di educatori ed animatori.
Gli adulti sono stati più facilmente coinvolti in incontri annuali diocesani di formazione e spiritualità e negli Esercizi Spirituali estivi guidati dal Vescovo.
Hanno contribuito alla vitalità del settore giovani anche il Movimento studenti e la FUCI.
Negli anni l'associazione, per svariati motivi, è venuta sempre più perdendo gli iscritti, soprattutto tra i giovani ed i ragazzi. ( Dai 2464 del 1990 ai 2000 del 1993) Nello stesso tempo si è affievolita l'attenzione ad uno specifico cammino di formazione delle coppie di sposi.
Voglio ricordare l'utilità del giornalino Presenza che riusciva a tenere uniti Centro diocesano e parrocchie, non solo con l'informazione dei programmi annuali e del calendario delle iniziative fissate nei vari mesi, ma anche con proposte di riflessione formativa.
La presenza costante dell'Assistente generale e di quello degli adulti e dei giovani nelle riunioni di Presidenza ha contribuito a guidare meglio l'AC verso la realizzazione degli obiettivi pastorali.
Il contribuito dell'Assistente ACR è stato un po' determinato da una frequente variazione delle nomine.

Piero Valeri


L'Azione Cattolica di Viterbo negli anni 1995/98


Nel 1995 la chiesa di Viterbo concludeva la celebrazione del Sinodo diocesano: preceduto dalla visita pastorale, iniziato nell'Avvento del 1993 sul tema "Chiesa per una nuova umanità" si era celebrato nelle parrocchie, poi nelle zone ed infine in un'assemblea diocesana; il 25 aprile 1995 fu pubblicata la sintesi delle proposte dell'Assemblea; il 4 Aprile 1996 fu pubblicato il documento conclusivo con due sollecitazioni indicate da Mons.Tagliaferri: l'impegno missionario e la comunione diocesana.
Fu quindi un periodo intenso di riunioni molto coinvolgente e che comunque non era una novità per la diocesi in cui funzionavano gli organismi pastorali. Ricordo che Mons.Tagliaferri diceva: quando verrà il Signore chissà se ci troverà uniti ma certo ci troverà riuniti!
Con il vescovo Tagliaferri c'erano rapporti molto familiari: ricordo che una volta io ero malata e facemmo una presidenza a casa mia e lui venne.
Quando lo salutammo prima della sua partenza per Firenze gli regalammo un album di foto della sua presenza in AC ( era stato anche Assistente Nazionale) ed accompagnammo il dono con una canzone di cui una strofa diceva:
Ma noi con lui siam stati tanto bene

e adesso da piange un po' ce viene
c'ha seguito in tutti i campi e gli incontri che abbiam fatto
Fiorino grazie, grazie, grazie tanto.

Il 30 Giugno 1997 arrivò la notizia della nomina di Mons.Chiarinelli che, durante l'estate, inviò alla diocesi una lettera dal titolo "Desiderio di vedervi" alla quale la presidenza diocesana inviò alcune riflessioni di risposta, come veniva richiesto.

L'AC era presente in circa trenta parrocchie, aveva Movimento studenti e Fuci ;non aveva rapporti con le comunità religiose; si presero contatti con altri parroci ma senza risultati.
Furono anni di frequenti cambiamenti.
Nel 1996 ci fu il cambio degli assistenti: a don Enzo di Francesco (unitario)e don Pino Curre(ACR) subentrarono Don Mariano Pelliccioni (unitario) , don Mauro Riccardi(giovani) e don Santino Giulianelli (ACR).
Nel 1997 Piero Valeri sostituì Pietro Marziali come Vice presidente adulti.
Nei giorni 6-8 Dicembre 1997 ci fu la Conferenza organizzativa Nazionale con cui si dette inizio a quel processo di rinnovamento che sarebbe terminato con la revisione dello statuto e del progetto formativo.
Per avere un'idea delle attenzione riportiamo gli obiettivi del 1996/97: Gesù Cristo unico salvatore del mondo-La comunione fraterna immagine della trinità- Ac estroversa e propositiva.
Iniziative unitarie:
- incontri di formazione per responsabili: in tre zone, tre per zona
- assemblea annuale
- campo scuola Gennaio '96 sulla Gaudium et Spes e settembre 97 sulla missionarietà con cinque piste di lavoro: incontri nelle case, oratori, scuola, fidanzati, genitori.
- redazione del giornale Presenza
- impegno in Albania per collaborare con i Padri Giuseppini sulla formazione degli insegnanti.

I settori avevano delle iniziative consolidate:

ACR: due giorni per educatori; marcia della pace
Giovani: intergruppi giovanissimi e incontri di spiritualità per giovani.
Si svolgevano sei Campi scuola estivi: per Ragazzi fino alla 2° media, per ragazzi di 3° Media e 1° Superiore, per giovanissimi, per giovani , per Giovani/adulti e Movimento Studenti.Durante l'estate 1997 ci furono gli Esercizi spirituali Ignaziani con la presenza di Franco Annichiarico .
Tutti erano poi sollecitati a partecipare ai campi nazionali che sono stati una esperienza forte e indimenticabile

Maria Cristina Bisti

L'Azione Cattolica dal 1998 al 2002

Ricordo, a livello di consiglio e presidenza e anche di equipe di settori, spesso allargati ad altri collaboratori, un clima di vivo confronto, discussioni a non finire, desiderio di innovazione… che però spesso non aveva un corrispettivo con l'impegno pratico e la messa in opera di iniziative e talvolta rimanevano fini a se stesse, non avendo, tra l'altro, la sottoscritta, la stoffa del coordinamento.
Avevo in mente un modello che cercavo di condividere con gli altri: non tanto "direttive dall'alto" ma la valorizzazione delle varie realtà, che avrebbero potuto aggregare altri su iniziative e/o realtà formative nate "dal basso".
Credo che questo si sia realizzato in qualche modo
Le iniziative che ricordo sono quelle legate al Giubileo e la celebrazione del 130° dell'Azione Cattolica insieme al Centro Nazionale;
ho ricordo particolare della Missione Popolare a Montefiascone nella parrocchia del Corpus Domini… per il resto, non riesco a ricordare se certe iniziative sono degli anni in cui ero presidente o altri!


a cura di Caterina Bertini

AC. 2002 - 2008

La caratteristica dell' A C in questo periodo si può riassumere nella parola rinnovamento sulla scia del documento Comunicare il Vangelo in un modo che cambia.
Il Papa, i Vescovi e la Chiesa intera hanno manifestato attenzione verso l'associazione per il suo specifico carisma inteso a formare nei laici una fede pensata e vissuta.
Il nostro Vescovo é stato sempre vicino all'AC ribadendo che oggi è tempo della missione ed é necessario passare dalla abilitazione alla formazione, una vera formazione teologica, spirituale e pastorale non solo per crescere nella fede ma per vivere la fede nel contesto sociale e culturale del nostro tempo e rendere ragione della speranza. In sostanza diventare cristiani, facendo esperienza di chiesa ed investire il vangelo nel quotidiano in quanto il cristiano, vive di relazioni come tutti, ma in modo paradossale. Gli spazi sono la parrocchia e la diocesi allargati verso la famiglia, il lavoro, la scuola,le relazioni pubbliche e private e tutte le problematiche della vita- L' AC , ha detto, deve essere luogo di incontro, esperienza di comunione, strumento di missione. Per questo i temi delle nostre assemblee sono stati - La missione della AC in parrocchia ed oltre - e- La bellezza di una vita pienamente umana e cristiana

1 - Le linee portanti su cui si è mossa l' A.C in diocesi sono state laicità , parrocchia, diocesi, senso associativo. Sul laicato i vescovi della nostra regione hanno promosso tre convegni, in vista del Convegno Ecclesiale Nazionale di Verona,ottobre 2006
Come associazione abbiamo dato il nostro contributo negli incontri regionali ed a quelli diocesani ed abbiamo partecipato come rappresentanti della diocesi al Convegno stesso. Siamo stati presenti sempre Verona al convegno preparatorio promosso dall 'A. C nazionale nell'aprile del 2006. dal tema Di segni di Speranza
Tra le indicazioni del nuovo progetto formativo Perché Cristo sia formato in voi abbiamo cercato di attuare gli esercizi spirituali le proposte delle settimane (dello spirito, della carità, del sociale, della comunità, il mese della pace) e con i testi A Misura di parrocchia idee pensieri progetti per far nuova l'A C e Sentieri di speranza abbiamo fornito e suggerito utili strumenti per progettare una pastorale appropriata.
Nel visitare le associazioni è palpabile quanto l' A. C. influisce ancora nella formazione dei laici della nostra Diocesi, più di quel che appare o che gli stessi aderenti immaginano.
Molte persone, impegnate in ambiti o movimenti ecclesiali o in diverse istituzioni pubbliche e sociali testimoniano i principi cristiani grazie proprio all'esperienza che hanno o hanno avuto negli incontri, nei campi estivi, negli esercizi spirituali, nelle assemblee dell' A. C..
C'è l' esigenza di rivitalizzare le Associazioni esistenti ed in diverse parrocchie di riprendere l'esperienza associativa in quanto ci si convince sempre più che l' A. C è uno dei modi più adeguati per tradurre il cristianesimo nella vita quotidiana. Il punto è il come.

2 - Difficoltà: il laicato della nostra Diocesi, risente di una educazione prevalentemente intraecclesiale, tesa ad impegni formali nelle cerimonie ed incentrata sul ruolo rilevante che il sacerdote riveste nell'organizzazione non solo spirituale ma anche strutturale di metodi e di contenuti nella pastorale parrocchiale. Su questo bisogna lavorare con criterio.
Difetta, poi,il legame associativo e da ciò la comprensione formativa. Rimane difficile parlare di completare le associazioni con i ragazzi ed i giovani in quanto, forse, non è chiaro del tutto il concetto di formazione permanente e di itinerari che valgono per tutta la vita e non strumentali ai sacramenti o ad eventi di particolari devozioni.
Per questo, come dice il progetto formativo, é importante:
- Un Laboratorio Diocesano della formazione, come luogo di progettazione locale di una formazione che interpreti le caratteristiche del territorio e della diocesi, come luogo di ricerca teorico pratica in ordine al rinnovamento degli itinerari formativi parrocchiali, come luogo dedicato a preparare, sostenere ed accompagnare gli educatori ed a formare figure educative nuove.
- Maggiore apertura alla Diocesi, alle altre aggregazioni laicali ed al territorio nel suo complesso sociale e culturale per dare e ricevere stimoli ed ampliare la ricchezza di doni .

Eventi che dal 2002 al 2008 hanno dato nuovo vigore all' A. C. sono stati:

Nell'aprile del 2002 l'Episcopato Italiano ha indirizzato alla presidenza nazionale una lettera circa il ruolo e la valenza che l'AC ha nella Chiesa Italiana.
In questa, i Vescovi esprimevano la convinzione che L'Azione Cattolica continua ad essere una preziosa esperienza di cui la Chiesa e ogni Chiesa locale non possono fare a meno e chiedevano ai parroci di stimare e promuovere l'AC, agli assistenti suggerivano di essere vicini ai laici e condividere questa esperienza, ai seminaristi consigliavano di conoscere l'associazione, ai Vescovi rivolgevano l'invito a voler offrire sacerdoti assistenti qualificati perché mettere bravi sacerdoti a disposizione dell'AC è un investimento per tutta la Diocesi.

Sempre nel 2002 il Santo Padre nel saluto ai delegati dalla XI assemblea ribadiva l'importanza dell' AC e l'invitava a prendere il largo Duc in altum Azione Cattolica..ed ad avere il coraggio del futuro in quanto appartiene alla Chiesa…Sii nel mondo presenza profetica promuovendo quelle dimensioni di vita spesso dimenticate e perciò più urgenti come l'interiorità ed il silenzio, la responsabilità e l'educazione, la gratuità ed il servizio, la sobrietà e la fraternità, la speranza nel domani e l'amore alla vita.

L'assemblea del 2002 ha concretizzato il rinnovamento come proposta formativa da adeguare ai tempi ed ha indetto un'assemblea straordinaria che ha rivisto lo Statuto nel settembre del 2003 .

Dalla revisione dello statuto è scaturito il nuovo progetto formativo dal titolo Perché Cristo sia formato in voi, inteso come percorso di vita, viaggio dell'anima, che ha avuto la sua approvazione nell'incontro delle presidenze del maggio del 2004.
Il testo è stato consegnato a tutti i presidenti parrocchiali nella grande festa pellegrinaggio a Loreto con il Santo Padre nel settembre del 2004

A Loreto il Pontefice ha sintetizzato le finalità e gli scopi dell'A C affidando ad essa delle consegne precise: contemplazione, comunione e missione con uno stile da laici e ha suggerito,in un certo senso, il programma:..A voi spetta di testimoniare la fede mediante le virtù che vi sono specifiche: la fedeltà e la tenerezza in famiglia, la competenza nel lavoro, la tenacia nel servire il bene comune, la solidarietà nelle relazioni sociali, la creatività nell'intraprendere opere utili all'evangelizzazione ed alla promozione umana.
A voi spetta pure di mostrare, in stretta comunione con i pastori, che il vangelo è attuale, e che la fede non sottrae il credente alla storia, ma lo immerge più profondamente in essa.

L'incontro del Papa a Loreto era stato preceduto anche nella nostra Diocesi dal Pellegrinaggio della Madonna di Loreto a la Quercia con partecipazione di tutte le realtà ecclesiali della Diocesi.

In diocesi anche sotto lo stimolo e le indicazioni del Vescovo abbiamo recepito lo Statuto ed approvato l' Atto Normativo diocesano. Atti intesi non come semplice formalità ma proiettati a far comprendere che aderire all' A C. deve essere una scelta consapevole per vivere con pienezza il battesimo nella propria vita e nel proprio territorio.

Per l'Associazione diocesana questo periodo, infine, è stato ricco di grazia e di speranza con la celebrazione del 160° anniversario della nascita di Mario Fani nel novembre del 2005 dal tema Sulle orme di Mario Fani - Laici cristiani testimoni di Cristo in un mondo che cambia .

Il presidente nazionale Alice in quell'occasione indicò all' A.C.,sull'esempio di Fani, ad avere discernimento storico, coraggio progettuale, protagonismo laicale.
Il 7-8 marzo 2008, infine, ha visto convenire a Viterbo tutta l'Azione Cattolica Italiana per il 140° anniversario della nascita dell'Associazione,dal tema Custodire le Radici abitare il Tempo.
Il Convegno incentrato sulla Diocesanità ha non solo fatto memoria di un evento, ma anche significato la vitalità, l'impegno, la testimonianza di tanti ragazzi, giovani, adulti che con senso di responsabilità hanno voluto e vogliono ancora servire la Chiesa ed il Paese.

Tommaso Bernardini




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